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ELEONORA FONTANIVE

Edoardo Gellner e le Ville di Corte di Cadore

Università IUAV di Venezia

Corso di Laurea Magistrale Architettura per il Nuovo e l'Antico

AA 2017/18

Relatore prof. Paolo Faccio

Schermata 2019-04-01 alle 17.52.32.png

 Abstract: 

Il tema centrale della tesi è l’evoluzione delle tecniche costruttive e dei materiali nelle ville dell’ex Villaggio Eni di Corte di Cadore. 

 

Nel 1955 Gellner progetta e realizza tre case campione (casa tipo DA3, DC3 e DF3) nelle quali sperimenta l’uso di diversi materiali e sistemi costruttivi mantenendo inalterato lo schema planimetrico. 

 

Questa prima fase è caratterizzata da un uso rilevante di elementi prefabbricati rispetto a quelli lavorati in opera che consentivano una riduzione dei tempi di costruzione e una facilità di montaggio. Per il primo lotto di 50 case venne adottata la tipologia sperimentale DF3 mentre per i lotti successivi vennero apportate delle variazioni in funzione del diverso ambiente in cui sorsero le nuove case. Nonostante ci fossero dei vantaggi nell’utilizzo di elementi prefabbricati, Gellner, ben presto, decise di abbandonare queste modalità costruttive a causa dei mezzi d’opera inadeguati, per la presenza di terreno accidentato e per l’elevato impatto ambientale. Per questo motivo, le fasi successive furono caratterizzate dall’uso prevalente del lavoro in opera grazie all’introduzione dell’involucro portante realizzato tramite il sistema Eraclit- Calcestruzzo che andò a caratterizzare le case tipo DM3 e DM4. 

Dopo questa analisi approfondita si sviluppa la mia proposta di restauro che prevede una serie di interventi sugli elementi strutturali esterni ma anche la conservazione e l’innovazione degli spazi interni, mantenendo la tradizione di Gellner di mescolare elementi prefabbricati con quelli lavorati in opera. 

Grazie a questo lavoro di tesi ho capito come per l’epoca questo progetto fosse innovativo, sia dal punto di vista del progettare in montagna dove Gellner ha saputo cogliere le potenzialità di questo tipo di ambiente, intaccandolo il meno possibile grazie ad uno studio attento delle architetture, sia dal punto di vista dei materiali utilizzati che, nonostante siano passati più di sessant’anni, hanno saputo resistere al tempo e a questo tipo di ambiente. 

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